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(16 agosto 1921 - 2 febbraio 1945)
Ex geniere radiotelegrafista, figlio di un commerciante e
artigiano, Aldo Motta, residente in Via Battisti a
Vimercate, è uno dei fondatori del nucleo di resistenza
antifascista nella Brianza orientale.
Il gruppo, entrato in azione dopo l'8 settembre 1944, aveva
il "quartier generale" presso un cascinotto in aperta campagna
appartenente al signor Carlo Vimercati, conosciuto col
soprannome di "mansin" (mancino) e amico di Aldo Motta.
Dopo gli esordi dedicati ad una tanto pacifica quanto rischiosa
propaganda antifascista, è proprio Aldo Motta a dare la svolta,
procurando la prima arma: un moschetto militare.
Il 29 dicembre 1944, durante l'attacco al campo d'aviazione di
Arcore nel quale cade il comandante della squadra Iginio Rota,
Aldo Motta viene riconosciuto, arrestato e condannato alla
fucilazione insieme agli altri partigiani vimercatesi che
avevano preso parte all'azione: Emilio Cereda, Pierino Colombo,
Renato Pellegatta, Luigi Ronchi.
Cessata la lettura della sentenza, i combattenti intonarono inni
della resistenza.
L'esecuzione ebbe luogo la mattina del 2 febbraio 1945 sul campo
di Arcore.
Riferimenti bibliografici:
- Cazzani E.,
Storia di Vimercate,
Vimercate, Penati, 1975.
- Comitato Unitario Antifascista di Vimercate,
La Resistenza nel Vimercatese 1943-1945 e testimonianze; I cattolici
ed il clero nella Resistenza del Vimercatese,
Vimercate, 1975.
- Comitato Unitario Antifascista di Vimercate,
Vimercate nella storia contemporanea: 1918-1945,
Vimercate, Comune di Vimercate, 1985.
- Fumagalli M.,
4 distaccamento SAP. Ricordi partigiani,
Cavenago Brianza, Comune di Cavenago Brianza, 1998.
- Perego G.,
La Resistenza armata nel Vimercatese. Foto inedite della fucilazione
del gerarca R. Farinacci,
Milano, 1996.
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