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Palazzo Trotti

(Sec. XVII-XVIII)


Palazzo Trotti presenta un semplice prospetto sulla piazza Unità d'Italia, notevolmente trasformato nel corso del tempo, che non è in grado di far intuire lo splendore rococò dei suoi interni.
 
Palazzo Trotti, Sala Semiramide

Sull'impianto di un precedente edificio eretto tra il XV e l'inizio del XVII secolo, avvenne la ricostruzione dovuta all'iniziativa del conte Giovanni Battista Secco Borella e di suo figlio Francesco, feudatari di Vimercate. Il palazzo prende però il nome dalla famiglia degli ultimi proprietari, subentrati quali detentori del feudo di Vimercate nel 1739, avendo Giulia Secco Borella, unica erede, sposato Gianbattista Trotti. Dal 1862 l'edifico è sede del Municipio di Vimercate.

Il fascino principale dell'edificio deriva dalla decorazione pittorica degli ambienti, con affreschi di soggetto mitologico e leggendario, riconducibili a diverse campagne decorative della prima metà del Settecento; in tutte le sale del palazzo gli affreschi si articolano in quattro scene, nella fascia alta.
Tre sale al piano terreno, dedicate a Cleopatra, Semiramide ed Ercole, unitamente a quella posta al piano superiore dedicata a Minerva, appartengono allo stesso ciclo decorativo, realizzato nei primissimi anni del Settecento. Si tratta di un ignoto pittore, affiancato come di consueto da una squadra di collaboratori e quadraturisti, la cui maniera, ancora seicentesca e un poco accademica, è però interessante per la cura posta per l'abbigliamento, le armature, gli oggetti.
 
Palazzo Trotti, Sala dell'Olimpo, Giove e Giunone
Le sale dell'Olimpo, di Atalanta e di Diana al piano terreno, quelle di Angelica e Medoro, di Piramo e Tisbe e di Andromeda al primo piano, fanno parte del nucleo di sale affrescate poco oltre il 1750 dal pittore ticinese Giuseppe Antonio Orelli, uno dei più brillanti interpreti del barocchetto lombardo. L'Orelli dimostra in queste sale la sua grande capacità di narratore, con il suo stile arioso e scattante che si avvale dell'alta qualità della sua pittura.
Gli affreschi mostrano una freschezza straordinaria unita a notevole felicità compositiva; i personaggi, nei loro vari atteggiamenti e con le loro giovani carni bianco-rosate, sono caratterizzati da una fisionomia amabile e seduttiva.

Un altro artista intervenne ad affrescare la Sala di Bacco, posta al primo piano. Opera di poco seguente la prima campagna decorativa, è però sicuramente di altra e più valida mano, caratterizzata da una sensuale e ariosa bellezza, con le grandi figure ben modellate, riprese con arditi scorci, che si stagliano su liberi e spaziosi cieli; l'intervento è stato recentemente attribuito a Carlo Donelli detto il Vimercati e datato tra il 1710 e il 1715.

L'ottimo stato di conservazione e l'unitarietà degli affreschi, pur nelle diverse campagne decorative, uniti ai bei soffitti dipinti, all'importante quadreria, ai camini e agli altri elementi di arredo, fanno di Palazzo Trotti uno dei più ricchi e felici esempi degli interni di una dimora signorile nella Lombardia settecentesca.


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Ultimo aggiornamento: 08/10/2003 ore:15:25